martedì 12 febbraio 2013

Le “Tetés coupées”


Raffigurazione, mediante scultura semplice e schematica, delle famose e inquietanti teste mozze di ancestrale influenza gallo-celtica che si vedono ancor adesso scolpite su rari capitelli, su architravi o su pietre infisse nei muri di alcune antiche chiese e case alpine della valle Grana e Maira.

Rappresentavano, per le remote popolazioni locali, le teste mozzate ai nemici uccisi in battaglie o scontri armati e appese o infisse su bastoni , per buon auspicio, davanti l’uscio di casa.

Secondo l’arcaica credenza queste davano forza e vigoria al nucleo famigliare.

Il materiale usato per le riproduzioni di seguito raffigurate proviene dalle particolari “chimere” di castagno, più propriamente denominati “sferoblasti”:gemme dormienti, sviluppate alla base dei tronchi di vecchi castagni, per cause ancora sconosciute, tant’è che venivano chiamati gergalmente il “toc dle masche” (il tocco delle streghe).

La tecnica dell’intaglio è a lama di coltello.

Per ora tali sculture sono oggetto di proposta di sviluppo artistico-cultural-artigianale locale.

Queste in foto sono gli unici, per adesso, esemplari di mia lavorazione. (lucio.alciati@libero.it)

 

 

 
Lucio Alciati