Raffigurazione, mediante
scultura semplice e schematica, delle famose e inquietanti teste
mozze di ancestrale influenza gallo-celtica che si vedono ancor
adesso scolpite su rari capitelli, su architravi o su pietre infisse
nei muri di alcune antiche chiese e case alpine della valle Grana e
Maira.
Rappresentavano, per le
remote popolazioni locali, le teste mozzate ai nemici uccisi in
battaglie o scontri armati e appese o infisse su bastoni , per buon
auspicio, davanti l’uscio di casa.
Secondo l’arcaica
credenza queste davano forza e vigoria al nucleo famigliare.
Il materiale usato per le
riproduzioni di seguito raffigurate proviene dalle particolari
“chimere” di castagno, più propriamente denominati
“sferoblasti”:gemme dormienti, sviluppate alla base dei tronchi
di vecchi castagni, per cause ancora sconosciute, tant’è che
venivano chiamati gergalmente il “toc dle masche” (il tocco delle
streghe).
La tecnica dell’intaglio
è a lama di coltello.
Per ora tali sculture
sono oggetto di proposta di sviluppo artistico-cultural-artigianale
locale.
Queste in foto sono gli
unici, per adesso, esemplari di mia lavorazione. (lucio.alciati@ libero.it)